Descrizione
Firenze: Marni, 1830. Sei volumi, rilegati in tre tomi, per un totale di circa 1960 pagine. 20×13 cm. Ritratto di Beccaria inciso in antiporta del primo volume. Bella rilegatura coeva in mezza pergamena con fregi in oro e doppi tasselli in pelle sui dorsi. Minime abrasioni sulle rilegature. Leggere bruniture e piccole fioriture all’interno di tutti i volumi. Opera completa pubblicata una prima volta a Firenze, per i tipi della tipografia Pezzati, nel 1821 e poi riproposta, con la sola variante dei frontespizi, dall’Editore Marini, nel 1830. In questo esemplare tutti i volumi appartengono alla tiratura del 1830 tranne il quinto che appartiene a quella del 1821. Una delle migliori edizioni mai pubblicate di questo classico del pensiero illuminista, vi sono raccolti contributi di numerosi studiosi sia a favore che contro l’opera di Beccaria. L’economista Aldobrando Paolini, curatore dell’opera, fu Presidente della Municipalita’ di Pistoia in epoca napoleonica. I primi due volumi contengono il testo ”Dei delitti e delle pene” di Beccaria e l’Esame critico’ di Paolini con interessanti considerazioni che vanno dalla gradualita’ della pena all’esame delle diverse fattispecie di reato con un interessante trattato sull’ordinamento anglo-sassone dell’epoca e considerazioni sulla pena di morte. Il terzo volume contiene un lungo saggio, in difesa dell’opera del Beccaria, intitolato ‘Annotazioni del signore Avvocato Massa di Mentone’ (Ruffino Massa, nato a Mentone nel 1742 e morto a Nizza nel 1829, fervente illuminista, fu valente avvocato e magistrato operando tra Genova e Lucca); due lettere di D’Alembert nelle quali il grande illuminista tesse le lodi de ‘Dei delitti e delle pene’ cosi’ definendolo: ‘Questo libro tuttoche’ di piccola mole, basta per assicurare al suo Autore un nome immortale’; due scritti, in forma epistolare, di Francesco Zacchiroli contrari alle tesi di Beccaria; due scritti anonimi intitolati rispettivamente ‘Lettera ad un amico scritta da N.N. nella quale si da’ il parere sul sistema della pena di morte’ e ‘Dissertazione sulla necessita’ della pena di morte’; ‘Supplica apologetica a S.M.I.R.A. del Sig. di Sonnenfelds’ (Si tratta della celebre difesa, indirizzata all’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, del giurista illuminista austriaco Joseph von Sonnenfels, nato a Nikolsburg nel 1732 e morto a Vienna nel 1817. Von Sonnenfels aveva pubblicato nel 1775 il saggio intitolato ‘Sull’abolizione della tortura’ con il quale, similmente a Cesare Beccaria, prendeva posizione contro tortura e pena di morte. L’Imperatrice ne proibi’ inizialmente la diffusione ma Von Sonnenfels ribadi’ in questa ‘Supplica’ la giustezza delle proprie convinzioni che, alla fine, vennero accolte e costituirono la base del codice penale emanato dall’Imperatore Giuseppe nel 1787 con il quale nell’Impero Asburgico, secondo in Europa solo al Granducato di Toscana, vennero abolite tortura e pena di morte). Il quarto volume contiene le ‘Note ed osservazioni sul libro intitolato Dei delitti e delle pene’ di Ferdinando Facchinei e le relativa ‘risposta’ del Beccaria. (Ferdinando Facchinei, poligrafo forlivese, fu uno dei massimi detrattori di Beccaria e delle idee illuministe in generale. In questo veemente libello, secondo alcuni eminenti studiosi, viene impiegato per la prima volta, sia pur negativamente, il termine ‘socialista’ nella sua accezione moderna. Il quinto volume contiene il celebre ‘Commentario’ di Voltaire; saggi anonimi intitolati ‘Dei mezzi di risarcire l’innocenza ingiustamente accusata e punita’, ‘Discorso sulla umanita’ dei giudici nell’amministrazione della giustizia criminale’, ‘Editto di Gustavo III re di Svezia per togliere gl’infanticidj e le pene destinate alle fanciulle ed ai loro parti’, ‘Pareri di celebri autori francesi sopra i difetti e sugli abusi della giurisprudenza criminale e su i mezzi di toglierli’; un saggio del gesuita francese Louis Philipon de La Madelaine intitolato ‘Discorso sopra la necessita’ ed i mezzi di sopprimere le pene capitali’ a cui fa seguito ‘Note e illustrazioni del Signor A. Aldobrando Paolini al discorso del Signor De La Maddaleine’; Un saggio del filosofo toscano Giovanni Gualberto de Soria intitolato ‘Giudizio di celebre professore sopra il libro dei delitti e delle pene’. Il sesto volume contiene un saggio del filosofo e giurista inglese Jeremy Bentham, uno dei primi esponenti dell’utilitarismo, intitolato ‘Della imposizione sopra gli atti giudiciali’ con il relativo ‘Commentario al discorso di Bentham’ di Aldobrando Paolini, autore anche dell’ultimo saggio intitolato ‘Prospetto storico-ragionato della procedura giudiciaria in Italia e specialmente in Etruria con alcune idee di riforma’. Opera di indiscusso valore e di estrema rarita’. [M126]